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Le provocazioni al tavolo di Texas Hold’em

provocazioniAi giocatori di Texas Hold’em italiani piace, forse più che a chiunque altro, provocare il proprio avversario, utilizzando ogni genere di stratagemma: commentando le cattive giocate, esultando e a volte offendendo il malcapitato di turno, lamentandosi con una terza persona quando qualcuno, magari un novizio del Texas Hold’em, comette un errore grossolano ma viene premiato dalla dea bendata. Questo genere di comportamenti genera una tensione al tavolo che danneggia non solo il provocatore ma anche il provocato, dando vita ad una competitività estrema tra i due o più giocatori coinvolti, riducendone la qualità del gioco ed aumentandone la tendenza a fare call senza pensarci troppo su.

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Essendo il Texas Hold’em un gioco a somma nulla, ovvero quando c’è qualcuno che perde ci deve per forza essere qualcun altro che vince, tutto questo significa che i giocatori non coinvolti nella “battaglia” avranno tutto da guadagnare da questa situazione. Se infatti sono presenti 8 giocatori al tavolo, e due players iniziano un sanguinoso conflitto, il valore atteso di questi ultimi diminuira di una variabile X, corrispondente all’esatto aumento del valore atteso degli altri 6 players seduti al tavolo, ponderato per il loro livello di abilità. Questi giocatori di Texas Hold’em vedranno dunque aumentare il proprio tasso di vincita senza aver fatto nulla, ma solo grazie alle escandescenza di due loro colleghi che continueranno a darsi battaglia finchè uno dei due non avrà la meglio, salvo poi rendersi conto che a perdere sono entrambi.

MAI PARTECIPARE AD UNA PROVOCAZIONE

Il buon giocatore di Texas Hold’em in questi casi non si schiera mai con uno o con l’altro dei contendenti, poiché in questo modo finirebbe per diventare a sua volta un bersaglio, ma invece si limita a gesti e parole di circostanza, dimostrando a chiunque di non voler essere coinvolto nella disputa. Allo stesso modo quando subiamo una provocazione da un altro giocatore è molto meglio mordersi la lingua e ingoiare il rospo, piuttosto che controbattere, dal momento che così facendo diamo vita a quello che effettivamente lui vuole: una battaglia. Le battaglie di Texas Hold’em finiscono senza vincitori e con tanti vinti. Chiaramente mai e poi mai vorremmo essere noi a provocare un avversario, se non i casi particolarissimi tipicamente legati ad Heads Up finali di un torneo di Texas Hold’em, perché non solo dimostrazione di cattiva educazione e scarsa sportività ma anche controproducente per il nostro portafoglio.

Articolo a cura di Poker.it, portale di informazione sul poker online in Italia.

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